La Scala riparte da Muti (ricordando Toscanini)

27 Apr

In attesa di un comunicato del Teatro, riportiamo quello che i principali quotidiani hanno scritto a proposito di un possibile concerto del M° Muti con i Wiener il prossimo 11 maggio, data nella quale, 75 anni fa, Toscanini diresse il famoso concerto della ricostruzione del Teatro dopo la guerra.

Riportiamo l’articolo del Corriere della Sera online: https://www.corriere.it/spettacoli/21_aprile_26/scala-riparte-mutiricordando-toscanini-929ba88a-a6c9-11eb-b37e-07dee681b819.shtml

Il teatro alla Scala di Milano dovrebbe riaprire al pubblico l’11 maggio. Manca ancora un incontro, oggi, con i sindacati ma la data è quella storica: 11 maggio 1946 riapertura del teatro dopo la ricostruzione con Arturo Toscanini; settantacinque anni dopo, riapertura (parziale) della Scala con l’ex direttore musicale Riccardo Muti e i Wiener Philharmoniker. Per rispettare le misure anticontagio la capienza sarà limitata: se sarà rimossa la pedana dell’orchestra realizzata durante il lockdown, che occupa lo spazio della platea, entreranno 500 persone, delle quali 130 nei palchi. È quanto emerso a margine della posa in opera della prima pietra della nuova torre del Piermarini progettata da Mario Botta (che sorgerà dove c’era la Palazzina di via Verdi), che sarà pronta per dicembre 2022

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29 Risposte a “La Scala riparte da Muti (ricordando Toscanini)”

  1. lavocedelloggione aprile 27, 2021 a 1:15 PM #

    Per quanto elettrizzante e ghiotta possa essere l’idea dei Wiener con Riccardo Muti per un concerto con pubblico nella sala del Piermarini il prossimo 11 maggio, mi sto chiedendo, come molti, come si fa a dare un annuncio del genere senza aver fatto i conti con la fattibilità e l’opportunità di un tale concerto. Esprimo due delle possibili perplessità che emergono: il primo concerto in presenza di pubblico dopo tanti mesi di streaming, non dovrebbe meritare la partecipazione dell’orchestra scaligera e del suo direttore stabile? Non si dice nulla dell’accesso per il pubblico: dovrebbero essere 500 eletti oppure i biglietti sarebbero venduti con i normali canali di vendita? Non vorrei che l’entrata recentissima di uno sponsor prestigioso imponesse un ‘reclutamento’ del pubblico per inviti, seppure a pagamento, ma pur sempre inviti.
    Ad ogni modo aspettiamo il comunicato del Teatro Attilia

    • Karl Angyan Maggio 2, 2021 a 6:23 am #

      Cara Attilia, non sto a incollare la risposta che ho testé scritto al gentile Vizzardelli, la può leggere direttamente. La riassumo con un paradosso: Senza Muti la Scala non avrebbe riaperto al pubblico prima di settembre (e lo scarso successo delle vendite dello scorso luglio avrebbero pesato non poco nella scelta). Grazie a Muti (non il suo direttore preferito, lo si sa) potremo rientrare in Scala a sentire altri (e magari anche lui).
      Buonissima domenica,
      Karl

  2. lavocedelloggione aprile 27, 2021 a 1:37 PM #

    La protesta si è già fatta sentire all’interno del Teatro. qui un link a un articolo del Il Giorno:
    https://www.ilgiorno.it/milano/cronaca/scala-armani-1.6292949

    Nel corso dell’incontro con la stampa per la prima pietra di via Verdi, Meyer, pur precisando di non voler parlare pubblicamente dei programmi di riapertura graduale al pubblico prima di averlo fatto con i sindacati, ha fatto sapere che il concerto dei Wiener Philharmoniker dell’11 maggio con Riccardo Muti sul podio si svolgerà con il pubblico in sala: gli spettatori (fino a un massimo di 500, come previsto dal decreto del Governo) non saranno in platea (dov’è ancora presente la pedana costruita ad hoc per ospitare l’orchestra), bensì distribuiti nei palchi e in galleria.
    L’annuncio ha fortemente irritato tanti lavoratori e tutti i loro rappresentanti, che hanno fatto subito l’equazione: la Scala riaprirà con Muti. A cominciare da Paolo Puglisi della Slc-Cgil, che in un’intervista al Giorno aveva auspicato che una data così simbolica – quel giorno di 75 anni fa andò in scena il concerto di Toscanini per festeggiare la rinascita della Scala dopo i bombardamenti – fosse celebrata da una serata con i corpi artistici del teatro come protagonisti: “A riaprire devono essere orchestra e coro del Piermarini, dopo i tanti sacrifici fatti in questo anno complicatissimo”, ha ribadito ieri pomeriggio. Il messaggio unanime ai piani alti di via Filodrammatici: la riapertura, per quanto provvisoria e tutta da pianificare da qui all’estate, non può coincidere con un concerto di un’orchestra ospite diretta da Muti, personaggio che alla Scala risulta essere ancora divisivo nonostante siano trascorsi più di 16 anni dal suo addio burrascoso. L’incontro con il sovrintendente, già fissato in precedenza per le 15 di oggi, servirà proprio a trovare una data utile prima dell’11 maggio. Le ipotesi: il concerto dell’8 con orchestra e coro diretti da Gianandrea Noseda (anche se resta l’incognita sulla location da destinare ai cantanti per farli esibire in sicurezza, visto che i palchi dovrebbero essere riservati al pubblico) o l’ultima registrazione di arie d’opera di Anna Netrebko, in programma il 30 aprile con il direttore musicale Riccardo Chailly a guidare l’ensemble del Piermarini. In alternativa: un evento speciale da allestire per i primi giorni di maggio.

  3. lavocedelloggione aprile 27, 2021 a 8:20 PM #

    COMUNICATO SINDACALE – RSA Teatro alla Scala CGIL-UILS-UILCOM-FIALS

    Comunicato Sindacale Teatro alla Scala
    Abbiamo appreso con stupore dagli organi di informazione che sarebbe prevista per l’11
    Maggio 2021 la riapertura al pubblico del Teatro alla Scala in occasione del concerto
    privato organizzato da Rolex.
    Le stesse fonti hanno anche evidenziato che il concerto sarebbe occasione per celebrare i
    75 anni dalla riapertura del Teatro, avvenuta l’11 maggio 1946 con il M° Arturo
    Toscanini alla guida del Coro e dell’Orchestra del Teatro alla Scala.
    In merito a tale iniziativa, che non prevede la presenza dei complessi scaligeri, non
    abbiamo mai avuto alcun confronto né informazione preventiva e, in attesa di un
    chiarimento da parte della Direzione, vogliamo precisare che la data dell’11 maggio è
    una pietra miliare nella storia del Teatro e che qualsiasi forma di commemorazione non
    può che essere affidata agli stessi complessi Scaligeri.
    Naturalmente, il prevedibile coinvolgimento e lo spirito di appartenenza proprio dei
    lavoratori del Teatro non è assolutamente da intendersi in polemica con gli artisti ospiti,che sono sempre benvenuti, ma con le scelte del Teatro in una data simbolica per la
    storia della Scala.
    Desideriamo anche sottolineare che per tutti i Lavoratori del Teatro alla Scala tale
    commemorazione e l’eventuale presenza del pubblico in sala hanno un significato
    puramente simbolico, data l’emergenza sanitaria, economica e sociale ancora in corso
    per la pandemia da Covid19.
    Le Segreterie e le RSA Teatro alla Scala

  4. marco vizzardelli aprile 28, 2021 a 6:16 am #

    Concordo con i musicisti scaligeri. La Scala ha una orchestra ed un direttore musicale-

    marco vizzardelli

    • Karl Angyan Maggio 2, 2021 a 6:17 am #

      Gentilissimo Vizzardelli, lei ha pienamente ragione: la Scala ha un’orchestra e un Direttore Musicale. Ma allora come mai già nei giorni il 26-30 aprile molti teatri hanno aperto al pubblico e la Scala no (e non c’era intenzione di aprire nel breve nemmeno dopo, come avrà ben capito)? Possibile che in tutti i mesi di chiusura non si sia pensato a un piano di riapertura rapido in emergenza? Le prime risposte sono state risibili, dato che sono condizioni esistenti in tutti i teatri ma che non hanno impedito di riaprire a spron battuto: personale non vaccinato, CoVid, spazi ridotti (ma intanto si registrano i dischi con Netrebko a orchestra completa).

      Ho una mia idea: il personale della Scala ha un contratto integrativo che li porta all’80% dello stipendio, che lavorino o meno; negli altri teatri no, si arriva al massimo alla CIG; vogliamo dire che l’arte interessa, ma c’è meno pressione in presenza di conquibus?

      Fatto sta che siccome Muti viene in Scala l’11 maggio -data organizzata da mesi, come ben sa chi segue le tournée-, data-anniversario che quest’anno assume un valore simbolico (chi mai in Scala se ne è curato negli ultimi 20 anni? secondo me nemmeno sapevano che avesse un significato, ormai), allora siccome non si può lasciare a lui e a un’orchestra ospite la riapertura della sacra sala, ecco che in un giorno si inventa dal nulla un concertone migliore del pastrocchio del 7 dicembre. Ma senza la “causa-Muti”, dov’erano orchestra e direttore musicale? “Part-time” in teatro, ma senza pubblico almeno fino a settembre (così mi dicono le mie fonti assai ben informate).

      Per cui, concludendo con un paradosso: dobbiamo ringraziare Muti se si riesce a tornare alla Scala a sentire musica dal vivo suonata dall’orchestra e dal direttore padroni di casa. Ci sarebbe da ridere se non ci fosse da piangere.

      Intanto siamo stati a Firenze per Adriana Lecouvreur e Gatti e domenica prossima si parte per Ravenna dove i WP, tanto hanno voglia di suonare, faranno due concerti in un giorno, nemmeno fosse una matinée al cinema. Anche loro, se non suonano non guadagnano…

      Un caro saluto,
      Karl Angyan

  5. LuCiana aprile 28, 2021 a 4:50 PM #

    Ma basta! Basta Chailly! Basta Muti! Sono il passato remoto della musica!!! Occorre una svolta decisa, non se ne può più di queste vetuste polemiche! È tempo di una nuova Scala con nuovi protagonisti.

    • Karl Angyan Maggio 2, 2021 a 6:20 am #

      Guardi, nello spirito le do ragione; se solo volesse indicarmi 5 nomi di giovani degni di nota… Per la sinfonica si trovano senza troppi problemi, ma per la lirica, francamente, faccio assai fatica. L’ultimo “genio giovane” venezuelano quando ha fatto opera ha preso pernacchie da tutte le parti, e ben meritate
      un caro saluto domenicale,
      Karl

  6. lavocedelloggione aprile 28, 2021 a 6:41 PM #

    Dunque, il pasticciaccio brutto di via Filodrammatici pare si sia risolto – con le scuse di Mayer (!!!!) – con un concerto di Chailly il 10 maggio, trasmesso dalla RAI l’11 maggio
    https://www.teatroallascala.org/it/stagione/2020-2021/concerti/stagione-sinfonica/riccardo-chailly.html
    Metterò il post nei prossimi giorni, adesso sono abbastanza disgustata da tutto questo da non avere voglia di farlo!
    Si dirà che tutto si è risolto per il meglio, invece è vero che tutto si è risolto con una buona dose di ipocrisia.
    Saluti Attilia

    • Karl Angyan Maggio 2, 2021 a 6:32 am #

      Carissima Attilia, conosco molto bene Meyer (non Mayer), e sono convinto che abbia fatto uscire tutto questo casino per forzare la mano ai sindacati che tenevano bloccato il Teatro. Lo ho visto lavorare in condizioni simili in teatri esteri e il meccanismo è stato lo stesso. Lui ha raggiunto l’obiettivo: riaprire il Teatro e far lavorare le masse artistiche di casa con pubblico in presenza. La brutta figura chi la ha fatta? Chailly disperso nelle brume lombarde? Gli orchestrali nascosti dietro le sigle sindacali? I responsabili di marketing e biglietteria incapaci di mettere in piedi una pianta di vendita in meno di un mese? Guardate cosa sta succedendo a Venezia, Firenze, Roma, Palermo, Torino, Reggio Emilia… poi guardate Milano. Non vi prende un certo sconforto? Io posso viaggiare, ho tempo e soldi per farlo. Ma non è giusto che a Milano non si faccia musica se non sotto ricatto.
      Karl

      • lavocedelloggione Maggio 2, 2021 a 7:44 am #

        Caro Karl Angyan (questa volta sono stata attenta alle vocali!) , io ho reagito da appassionata e (ex) innamorata del Teatro alla Scala. Se Meyer ha fatto questo per forzare la mano ai sindacati – cosa ahimé possibile – comunque non gli sono grata, perché combinare questo pasticcio per un risultato divisivo, non è voler bene al teatro che si dirige. Il teatro è fatto di tante componenti che un sovrintendente deve tenere insieme al meglio, e, in questo caso, se si doveva commemorare il famoso concerto di Toscanini (così la stampa ha visto la cosa), non si poteva assolutamente pensare che l’orchestra non fosse quella della Scala. questo mi sembra fuor di dubbio. Sarebbe bastato, pensandoci per tempo, invertire le date della tournée con una delle altre tappe.
        Al di là di tutto, lo sconforto c’è: anch’io posso permettermi di viaggiare, lo faccio da tempo, a volte mi accontento di un ostello pur di andare in giro per musica. La forzata immobilità da nomade musicale a causa della pandemia mi rende molto triste, a partire dalla perdita della combinazione più ghiotta del 2020 proprio a Vienna, dove avrei ascoltato in 2 giorni due concerti dei Wiener e due dei Berliner!
        Infine vorrei precisare che in tutto questo pasticcio considero Muti innocente formalmente, se ha ricevuto l’invito da Meyer, non poteva che essere contento di raccoglierlo (ma sono anche convinta che a parti invertite, se fosse stato il direttore stabile della Scala al posto di Chailly, non avrebbe permesso che un’orchestra diversa da quella della Scala suonasse proprio nella ricorrenza del concerto di Toscanini); in quanto agli appassionati, è certo che sia un grande regalo, ma inopportuno per la scelta della data, tanto è vero che si è corsi ai ripari, tardivamente ma lo si è dovuto fare.
        Un caro saluto Attilia
        P.S. Immagino che Lei sia il fratello del dr Thomas Angyan, sovrintendente del Musikverein, una persona magnifica che mi è stata molto cara, insieme alla moglie Eva

      • lavocedelloggione Maggio 2, 2021 a 3:25 PM #

        Aggiungo altre consderazioni che mi sono arrivate da un amico professore in orchestra:
        Bisognerebbe dire al sig.Angyan che la Scala ha una struttura e un’organizzazione lavorativa completamente diverse dagli altri enti italiani, avendo molti più dipendenti e avendo molto più bisogno degli incassi, infatti già a settembre con la capienza a 600 posti si stava aperti andando in perdita….
        Lo stesso Meyer ci ha detto che apriva al pubblico malvolentieri e su pressioni esterne visto che tutti gli altri aprivano

        In ogni caso non corrisponde alla verità dire che la Scala apre grazie a Muti, mentre invece permane la gravità del fatto che mesi fa la cgil chiese alla scala di organizzare una celebrazione per l’11 maggio (75’ anniversario) ma Meyer fece orecchie da mercante senza nemmeno dichiarare che c’era il concerto dei Wiener

        Ultima cosa: non é vero che negli ultimi 20 anni non abbiamo mai celebrato la data dell’11 maggio.
        La cerimonia inaugurale della sezione anpi scala fu dedicata appunto al 70’ anniversario

        Qui l’articolo del Giorno (28 febbraio 2021) in merito alla proposta di Puglisi: https://www.ilgiorno.it/milano/cronaca/un-concerto-alla-scala-l-11-maggio-a-75-anni-da-quello-del-dopoguerra-1.6076329

  7. lavocedelloggione aprile 28, 2021 a 9:07 PM #

    Il M° Chailly riapre la Scala al pubblico;
    Comunicato Stampa – 28 aprile 2021
    Il M° Chailly riapre la Scala al pubblico:
    maggio è il mese dei grandi direttori: Riccardo Muti con i Wiener, Gianandrea Noseda e Daniel Harding con i complessi scaligeri

    In programma anche la ripresa dell’allestimento de L’italiana in Algeri di Jean-Pierre Ponnelle diretta da Ottavio Dantone e una carrellata di grandi coreografi per il balletto
    Il Teatro alla Scala attraversa giorni di attività particolarmente intensa: lunedì, dopo la posa della prima pietra del nuovo edificio progettato da Mario Botta in via Verdi e l’annuncio del prossimo ingresso del Gruppo Armani come Fondatore Sostenitore, in via Filodrammatici è arrivata Anna Netrebko, impegnata con il M° Riccardo Chailly nel completamento della registrazione di un album di arie del repertorio italiano e tedesco per Deutsche Grammophon. In questi giorni sono registrati brani di Wagner e Strauss.
    Intanto l’attesa si concentra sugli appuntamenti del mese di maggio, che vedranno il ritorno del pubblico nella sala del Piermarini. I primi spettatori sono attesi ai concerti del Coro e dell’Orchestra del Teatro alla Scala diretti da Riccardo Chailly il 10 maggio, dei Wiener Philharmoniker diretti da Riccardo Muti l’11 maggio e della Filarmonica della Scala diretta da Daniel Harding il 17 maggio. La sala del Piermarini accoglie nuovamente i milanesi festeggiando la presenza in due giorni, alla testa di due grandi orchestre, di due grandi direttori italiani che hanno segnato la vita artistica del Teatro, e la settimana seguente di un musicista europeo che alla Scala è diventato di casa.
    Nel mese di maggio l’assetto della sala sarà mantenuto nelle condizioni attuali, con la platea coperta da un pavimento che consente di accogliere un nutrito organico orchestrale nel rispetto delle regole del distanziamento. Eguale prudenza sarà applicata nella regolamentazione dell’accesso degli spettatori per garantire innanzitutto la sicurezza di lavoratori e pubblico in una fase che presenta ancora forti elementi di incertezza del quadro epidemiologico.
    Il mese di maggio vedrà anche la presentazione della nuova Stagione e dell’attività dei mesi successivi in cui particolare rilievo avranno le attività diffuse in luoghi significativi della città.
    Lo streaming: Gianandrea Noseda
    Il primo concerto in programma, l’8 maggio, sarà diretto dal Maestro Gianandrea Noseda e per motivi di sicurezza legati alla presenza del Coro nei palchi sarà destinato unicamente allo streaming sul sito e sulle pagine Facebook e YouTube del Teatro. In programma le arie mozartiane Per questa bella mano K 612 e Mentre ti lascio, o figlia K 513 interpretate dal basso Ildebrando D’Arcangelo con la partecipazione del contrabbassista Giuseppe Ettorre, seguite dalla cantata Meeresstille und glückliche Fahrt op. 112 e da Elegischer Gesang op. 118 di Ludwig van Beethoven.
    I concerti in presenza di pubblico: Riccardo Chailly, Riccardo Muti, Daniel Harding
    Il primo concerto aperto al pubblico vedrà Coro e Orchestra del Teatro alla Scala diretti dal Direttore Musicale Riccardo Chailly il 10 maggio (inizio alle ore 19): occasione speciale con cui la Scala ricorda il 75° anniversario della riapertura della sala del Piermarini dopo gli anni della dittatura, la guerra e il bombardamento con lo storico concerto diretto da Arturo Toscanini l’11 maggio 1946. E proprio l’11 maggio la Scala e la città di Milano ricorderanno il sindaco Antonio Greppi, che promosse la ricostruzione della sala del Piermarini e la fondazione del Piccolo Teatro tra le priorità della Milano che voleva rinascere. Ad Antonio Greppi sarà dedicata una targa nel foyer d’ingresso, che si aggiunge a quelle dedicate ad Arturo Toscanini, Antonio Ghiringhelli e Luigi Lorenzo Secchi. Il programma del concerto del 10 maggio segnerà il ritorno del M° Chailly a Wagner, un autore molto eseguito dal Maestro in passato e recentemente ripreso nella serata “…a riveder le stelle” lo scorso 7 dicembre, ma includerà anche pagine di Henry Purcell, Richard Strauss, Pëtr Il’ič Čajkovskij e naturalmente di Giuseppe Verdi: si ascolteranno brani da Tannhäuser, Die Meistersinger, Ariadne auf Naxos, La dama di picche, La forza del destino, Macbeth e Nabucco. Il concerto sarà anche l’occasione
    per il debutto scaligero del soprano Lise Davidsen, probabilmente l’artista wagneriana in più brillante ascesa dei nostri anni, che nei prossimi mesi sarà Elisabeth in Tannhäuser e Sieglinde in Die Walküre a Bayreuth. Il concerto sarà ripreso da Rai Cultura e visibile su Rai Play dalle ore 12 dell’11 maggio, senza geolocalizzazione.
    L’11 maggio sarà la volta dell’atteso concerto dei Wiener Philharmoniker diretti dal Maestro Riccardo Muti, che conclude alla Scala una tournée italiana che tocca il Pala De André di Ravenna il 9 e l’Opera di Firenze il 10 maggio. Sui leggii l’ouverture Meeresstille und glückliche Fahrt di Mendelssohn, la Sinfonia n° 2 di Schumann e la Sinfonia n° 2 di Johannes Brahms. Il concerto testimonia il forte legame del Maestro Muti con i Wiener Philharmoniker, che lo scorso gennaio lo hanno visto per la sesta volta sul podio del concerto di Capodanno, ma anche con il Teatro alla Scala di cui è stato Direttore Musicale dal 1986 al 2005. La presenza in questi anni al Piermarini con prestigiose orchestre ospiti del Maestro, che nel prossimo luglio compirà 80 anni, conforta l’auspicio del Sovrintendente, della Scala e dei milanesi di rivederlo finalmente anche nella buca d’orchestra del Piermarini. Il concerto sarà ripreso dalle telecamere di Rai Cultura, che lo trasmetterà in occasione dell’ottantesimo compleanno del Maestro.
    Il 17 maggio torna sul podio scaligero il Maestro Daniel Harding, tornato a tempo pieno all’attività musicale dopo un periodo sabbatico dedicato alla sua attività di pilota, che in queste settimane è stato impegnato in Adriana Lecouvreur al Maggio Fiorentino. Harding ha diretto alla Scala un repertorio operistico che spazia da Mozart a Mascagni, Leoncavallo, Dallapiccola, Bartók e Strauss ed è stato ospite regolare della Filarmonica, che ha guidato in numerose tournée in tutta Europa, conquistandosi l’affetto di pubblico e musicisti. L’impaginato comprende l’ouverture da Der Freischütz di Weber e la Sinfonia n° 9 “Dal nuovo mondo” di Dvořák e sarà trasmesso in diretta da Rai Radio Tre.
    La capienza della sala per i tre concerti raggiungerà un massimo di 500 posti tra palchi e gallerie, come previsto dalla normativa vigente. I biglietti saranno in vendita esclusivamente online; la vendita in prelazione per gli abbonati dei posti di palco e della prima fila delle gallerie sarà aperta a partire da martedì 4 maggio alle ore 14, mentre l’apertura della vendita dei biglietti residui incluse le seconde file delle gallerie è fissata per giovedì 6 maggio, sempre alle ore 14. I prezzi saranno allineati al livello della Stagione Sinfonica (da un massimo di € 95 a un minimo di € 15 più prevendita).
    L’italiana in Algeri
    Il 25 maggio sarà trasmessa in streaming sul sito e sulle pagine Facebook e YouTube del Teatro L’italiana in Algeri: il capolavoro comico di Gioachino Rossini sarà presentato nel classico allestimento di Jean-Pierre Ponnelle ripreso da Grischa Asagaroff con la direzione del Maestro Ottavio Dantone. L’allestimento aprì la Stagione 1973/74 con la direzione di Claudio Abbado e Teresa Berganza protagonista, caso unico di inaugurazione buffa, ed è rimasto tra i classici del repertorio scaligero. La ripresa di maggio si avvale di un cast capace di restituire vis comica e virtuosismo vocale della scrittura rossiniana: Isabella è Cecilia Molinari, Mustafà Carlo Lepore, Lindoro Maxim Mironov.
    I grandi coreografi e le masterclass con Massimo Murru e Alessandra Ferri
    Settimane di forte impegno anche per il Balletto (cui è tra dedicata la docuserie “Corpo di ballo” visibile su RaiPlay dal 30 aprile): sabato 15 maggio la Scala trasmetterà in streaming sul sito e sulle pagine Facebook e YouTube del Teatro la serata “Grandi coreografi” con brani firmati da Rudolf Nureyev, Serge Lifar, Roland Petit, Rostislav Zacharov, Mauro Bigonzetti, John Neumeier, Kenneth MacMillan e Marius Petipa: un autentico tour de force stilistico per primi ballerini, solisti e corpo di ballo, voluto dal Direttore Manuel Legris.
    Il Direttore Legris prosegue con il suo programma di masterclass affidate ad artisti di riferimento del mondo della danza. Dopo le puntate affidate allo stesso Legris e a Carla Fracci su Giselle, giovedì 13 maggio alle 19 è la volta de L’histoire de Manon con Massimo Murru che approfondisce il ruolo di Des Grieux con Timofej Andrijashenko, Claudio Coviello, Marco Agostino e Gabriele Corrado, mentre venerdì 14 maggio alla stessa ora sarà Alessandra Ferri a guidare Martina Arduino, Nicoletta Manni e Virna Toppi tra le sfumature del personaggio di Manon.

    • Karl Angyan Maggio 2, 2021 a 4:11 PM #

      Attilia, rispondo qui perché non riesco a farlo direttamente sotto la sua risposta a me. Innanzitutto non sono parente di Thomas. Un peccato, perché aldilà di tutto (una persona davvero gentilissima) avrei potuto beneficiare di un accesso facilitato al Musikverein (dove peraltro ho sempre trovato biglietti senza dannarmi troppo e a prezzi assai inferiori a quelli milanesi). Insisto nel dire che la Scala riapre grazie a Muti, e mi spiego meglio: senza di lui non ci sarebbe stata nessuna riapertura, perlomeno non nel breve termine; per cui, magari purtroppo, si riapre grazie a lui (o per colpa sua); diciamo che ai nostri cari maestri toccherà lavorare e tornare al 100% dello stipendio (noto che il suo amico orchestrale non ha smentito questa particolarità del contratto di lavoro scaligero, che dà comprensibile noia a tutti i dipendenti degli altri teatri-fondazioni, soprattutto se si considera quanta parte del FUS si “mangia” la Scala). Sul fatto che nessuno sapesse che c’erano i WP l’11 maggio, beh, chi si occupa di musica lo sapeva da tempo (le date erano disponibili da mesi sui vari siti), e invertire le date tra due piazze anche relativamente vicine non è cosa semplice, anche senza CoVid. La Scala ha molti più dipendenti degli altri, vero. E quindi? Perché li ha? Alla città e alla musica ne derivano dei benefici? Forse ne ha troppi, di dipendenti, troppe strutture burocratiche dove tutti parlano e decidono ma nessuno pensa e agisce. Un piccolo esempio (ma è dalle piccole cose che si capiscono le grosse): due ore fa sono passato in piazza Scala e ho notato una locandina sui portici lato via Verdi: CHAILLY NETREBKO; sì, ma era del concerto dello scorso ottobre. Nessuno capace di toglierla, in quasi 6 mesi? intanto, grazie a Muti, mi godrò ben 4 concerti in 4 giorni (due a Ravenna, due a Milano), in attesa di una serata scaligera degna del nome.

    • Karl Angyan Maggio 2, 2021 a 4:21 PM #

      Attilia mi scusi ma mi è partito l’invio; ho dimenticato una cosa: e’ vero che se Muti fosse stato Direttore Musicale al posto di Chailly non avrebbe mai acconsentito a un altro di celebrare l’11 maggio, ove si fosse deciso di farne una data simbolo. Muti stava in teatro (pure troppo, per alcuni); Chailly invece sembra che passi per caso un paio di volte l’anno a mettere in piedi preziose (per chi le edita) edizioni critiche di opere di cui mi pare nessuno sente un gran bisogno. Facesse davvero il Direttore Musicale, magari di certe cose si accorgerebbe. Karl

  8. LuCiana Maggio 2, 2021 a 4:30 PM #

    Inutile dire che concordo pienamente con Karl Angyan
    riguardo alla inadeguatezza e impresentabilità dell’attuale direttore musicale scaligero Riccardo Chailly,
    che anzi è la principale causa della bassezza programmatica e artistica attuale.
    Qualsiasi ripartenza non può che principiare dall’allontanamento di costui.

  9. der rote Falke Maggio 4, 2021 a 10:36 am #

    francamente mi pare davvero ininfluente chi sia a “riaprire” la Scala dopo questi mesi di pandemia.
    anzitutto perché è un continuo chiudere e aprire, e dunque nessuno può escludere ulteriori “riaperture” dopo eventuali altre ondate virali (speriamo di no ovviamente!).
    ci diciamo tanto europei, poi per simili sciocchezze scattano polemiche che nemmeno per il recovery-plan.
    io non trovo nulla di male se si riapre coi wiener e muti, perché è un concerto di qualità che onora la sala che lo ospita.
    del resto, a proposito di vienna, sapete chi “riapre” la sala d’oro del musikverein il 19 maggio?
    non i wiener o qualche altra orchestra viennese, bensì daniele gatti con la gustav mahler jugendorchester (mendelssohn e beethoven): un concerto per metà sala nel pomeriggio e lo stesso concerto per l’altra metà sala alla sera.
    ebbene, pensate che qualche austriaco o viennese abbia fatto polemica?
    evidentemente no, perché essi sono contenti che “riapra” un grandissimo direttore peraltro con una orchestra giovanile, il che è sempre di buon auspicio.
    ripeto: siamo dei provincialotti, e la scala ormai è la provincia della provincia dell’impero musicale.
    autoreferenziale e ininfluente.

    • LuCiana Maggio 4, 2021 a 10:42 am #

      Concordo con te al 100%.

    • Karl Angyan Maggio 4, 2021 a 11:42 am #

      Aggiungo: autoreferenziale, ininfluente e penalizzante per tutto il sistema musicale italiano.

    • Jao Maggio 4, 2021 a 3:01 PM #

      Bravo Falke!
      Poi qualcuno mi spiegherà qual è quell’essere vivente raziocinante e normo-udente che può preferire un concerto dell’Orchestra della Scala con Chailly a un concerto dei Filarmonici di Vienna con Muti…

      • lavocedelloggione Maggio 5, 2021 a 3:46 PM #

        Caro Jao, in vena di cattiverie, potrei essere tentata di darle ragione, ma se penso all’ultimo concerto di capodanno, devo dire che preferisco un concerto di Chailly con l’Orchestra della Scala. I wiener posso andarmeli a sentire a Vienna con meno fatica. Pare che per gli abbonati ieri sia stato impossibile comprarsi un biglietto online e domani per il resto del volgo implorante sarà ancora peggio… Attilia

    • lavocedelloggione Maggio 5, 2021 a 3:43 PM #

      Caro Falco Rosso, io insistevo di più sulla ricorrenza del famigerato concerto di Toscanini più che sulla riapertura, per un milanese è importante tanto quanto il concerto di Capodanno dei Wiener. E vorrei vedere se i viennesi non griderebbero allo scandalo se un’altra orchestra prendesse il posto dei Wiener in quell’occasione. In alcuni casi non si tratta di provincialismo, ma di rispetto delle tradizioni e per i milanesi quel concerto dopo la guerra è importante tanto quanto il concerto del 1° gennaio per i viennesi, anche se non tutti gli anni se ne celebra la ricorrenza (ma quest’anno è il 75° e i lavoratori della Scala la proposta l’avevano avanzata da tempo).
      Un caro saluto Attilia

  10. LuCiana Maggio 5, 2021 a 10:35 PM #

    Onore e complimenti alla Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai che porta a casa una doppietta di direttori da leccarsi i baffi.
    Quel grande galantuomo e grande italiano che è Fabio Luisi come direttore emerito, e quel genio galoppante che è Robert Trevino come direttore ospite principale.
    Milano superata a destra e sinistra anche da Torino.

    • Imbruttito Maggio 9, 2021 a 7:23 am #

      Mah…

      LuCiana lei sì che è una gran intenditrice di direttori d’orchestra…

      Luisi : grande promessa decisamente mancata. È fisso nel cartellone della Filarmonica da una vita (buongiorno!)

      Trevino : decisamente fuori dalla cerchia top , ma tanto tanto.

      Complimenti a Schiavi che ha fatto in pratica un copia/incolla dei direttori che regolarmente affollano (per me fin troppo) le stagioni della filarmonica.

      Che fantasia!!!!!

      Buona Domenica

      PS dato che nessuno ne parla, ieri sera grandissimo Noseda alla Scala. Orchestra in stato di grazia e grande intesa col maestro.

      • de rote Falke Maggio 10, 2021 a 1:59 PM #

        “imbruttito” e anche “insordito”, si direbbe da quanto scrivi…

    • Massimiliano Vono Maggio 9, 2021 a 5:19 PM #

      Trevino è stato più volte ospite alla Verdi. Lo conosciamo e in Italia Milano è stata la prima a farlo conoscere.
      Luisi è fisso alla Scala da anni.
      Saluti

      -MV

    • LuCiana Maggio 10, 2021 a 1:48 PM #

      Scusate non credo di parlare arabo, né che voi siate deficienti.
      Non mi riferisco al fato che anche a Milano passino direttori di vaglia.
      Mi riferisco a quali sono i direttori che a Milano hanno ruoli di responsabilità.
      A voialtri evidentemente esaltano Riccardo Chailly, Claus Peter Flor e James Feddeck.
      A me fanno musicalmente e artisticamente schifo.
      Non c’è altro da aggiungere, direi.

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