La fatal pietra sovra noi si chiuse

25 Ott

Almeno fino al 24 novembre annullati tutti gli spettacoli alla Scala come in tutti gli altri teatri (e cinema e sale da concerto) d’Italia, per regio decreto, ops, secondo il nuovo DPCM. Ecco quanto si legge sul sito della Scala:


In ottemperanza al Decreto della Presidenza del Consiglio del 24 ottobre tutte le rappresentazioni fino al 24 novembre sono sospese

Tutti gli spettatori in possesso di biglietto per gli spettacoli programmati nel periodo in oggetto riceveranno una comunicazione specifica con le informazioni sulle modalità di rimborso. 
Infotel +39 02 72 00 37 44 | lascalarisponde@fondazionelascala.it

37 Risposte a “La fatal pietra sovra noi si chiuse”

  1. lavocedelloggione ottobre 25, 2020 a 6:04 PM #

    Ritrascrivo gli ultimi due commenti comparsi nel post precedente:

    der rote Falke ottobre 25, 2020 a 5:38 pm
    e dunque il peggior governo della storia della repubblica italiana, con un sol comma di due righe, il famigerato 1.m, contro ogni dato scientifico e contro ogni ragionevolezza chiude le attività teatrali e concertistiche, come se si trattasse di palestre, piscine, discoteche, pub, sagre, parchi-giochi.
    possa il popolo italiano risorgere sulle ceneri di tale sacrilegio alla sua identità. possano i responsabili politici pagare il fio di tale follia anti-sanitaria e anti-umana.

    lavocedelloggione ottobre 25, 2020 a 5:49 pm
    Già, io non ho più parole per commentare. Mi dicono che Sala era contrario, ma allora lo dica chiaro e si faccia sentire, invece di limitarsi a twittare! Siamo alla follia, spero ancora in Giorgio Palù, virologo di fama internazionale, che invita ad interpretare in modo meno apocalittico i numeri della pandemia (vedi intervista pubblicata ieri dal Corriere), ma, vista anche la lapidazione in atto da parte dei suoi stessi colleghi, che evidentemente sulla pandemia hanno fondato la loro visibilità sui talk show, non c’è di che essere ottimisti. Il buonsenso peloso ormai imperante impedisce di dire qualcosa che non sia nel senso dell’estrema prudenza e del rischio zero; di questo fa fede pure la lettera pubblicata poco tempo fa (non ricordo più se su Repubblica o sul Corriere) di una signora che si lamentava che alla Scala un buon 40% degli spettatori era senza mascherina, cosa che deve aver visto solo lei. Ma ormai il mainstream è questo, guai ad andare contro!
    Amen! Ma lassù ci vedremo, in un mondo migliore… Attilia

  2. dominghiana ottobre 25, 2020 a 6:27 PM #

    Anche a me il punto 1m del nuovo decreto ha fatto montare la rabbia a mille!
    I dati parlano chiaro: da giugno 2020 non si registra alcun cluster/focolaio derivante dall’attività delle fondazioni lirico-sinfoniche, dei teatri di tradizione, delle associazioni concertistiche.
    Chiudere è follia. Follia totale e antiscientifica!
    Si può trattare il posatissimo pubblico dell’opera come si trattano i partecipanti a un rave-party illegale???
    Questo trionfo dell’egualitarismo dissennato – se si chiude si chiude tutti – è il capolinea della civiltà occidentale, che è nata dalla meraviglia per la differenziazione, per l’unicità, per la specificità.
    Se un fan di Daniele Gatti o Riccardo Muti viene considerato alla stregua di un fan di Gianmarco Fagà o Gabriele Magi tutto, ripeto tutto, finisce.
    Infatti tutto è finito.
    Inutile sottolineare che il mio piccolo e inutile voto non andrà più per il resto della mia esistenza a nessuna formazione politica che sostiene in parlamento l’attuale governo.

  3. proet ottobre 25, 2020 a 8:30 PM #

    mi sembra sciocco e inutile creare un’altra contrapposizione, fra scala e rave party, in aggiunta a tutte le altre che animano il dibattito social in quest’epoca: mamme che lavorano contro maestre, vecchi fragili contro giovani edonisti e mefreghisti, lavoratori autonomi contro statali in smart working, negazionisti contro allarmisti, confindustria contro sindacati, superflui contro essenziali, governo centrale contro regioni in autonomia, commercianti contro tutti, ristoratori e turismo idem.
    l’Italia si conferma come un paese di individualisti bottegai, corporativi e provinciali, in eterna guerra fra loro e senza che nessuno osi tirar fuori uno straccio di soluzione solidale per uscire fuori da questa situazione senza che nessuno ne paghi troppo le conseguenze.
    tutti invece si aspettano la manna dal cielo e poi però sono contro i soldi a debito dell’Europa.
    quando proprio non sanno cosa dire se la prendono con gli immigrati.
    abbiamo 80% di proprietari di casa e risparmi per quattro volte il debito pubblico, basterebbe una IMU una tantum o una mini patrimoniale per affrontare un lockdown indennizzando un po’ di più chi non fattura, per poi ripartire.
    l’unico paese al mondo che ha l’economia in ripresa è la Cina, un governo forte e socialista che ha fatto il lockdown più duro di tutti.
    più chiaro di così.

  4. lavocedelloggione ottobre 26, 2020 a 12:51 PM #

    Beh, caro Proet, non vorrei proprio essere in Cina, dove se sei positivo ma ansintomatico ti mettono in una stanza chiudendo a chiave dall’esterno* e ti lasciano lì a meditare fra 4 pareti bianche! Io settantenne preferisco avere un minimo di libertà e accetto il rischio!

    * leggere il rapporto dell’inviato di Repubblica da Nanchino https://www.repubblica.it/esteri/2020/10/20/news/io_positivo_a_nanchino_-271172033/

    • proet ottobre 26, 2020 a 1:16 PM #

      Gentile Attilia, non leggo il sito da Repubblica da un paio di anni e ne sono felice, ho tentato comunque di accedere alla pagina ma è riservata agli abbonati! Quindi o trova qualche altra fonte o resterò tranquillo nella mia fede incrollabile nel grande PCC! 😀
      Come ho già detto nel commento precedente rischio e libertà ci hanno portato alla situazione attuale, con le conseguenze che vediamo.

      • der rote Falke ottobre 26, 2020 a 1:30 PM #

        chi ci ha portato alla situazione attuale è proprio la Cina, stato canaglia che più canaglia non si può.

      • lavocedelloggione ottobre 26, 2020 a 1:39 PM #

        In effetti… e visto che il consiglio del popolo ha detto no alla chiusura dei wet market dove con tutta probabilità è avvenuto lo spillover del cov-2, la Cina forse ci sta preparando il modello aggiornato e perfezionato di virus, un bel cov-3 !!!

      • proet ottobre 26, 2020 a 2:41 PM #

        va bene, siamo al complottismo anti-cinese, inutile proseguire la discussione.

  5. marco vizzardelli ottobre 26, 2020 a 12:56 PM #

    LA LETTERA DI MUTI SUL CORRIERE

    Egregio presidente Conte,

    pur comprendendo la sua difficile responsabilità in questo lungo e tragico periodo per il nostro Paese, con la necessità improrogabile di salvaguardare la salute, bene supremo, dei nostri concittadini, sento il bisogno di rivolgerLe un appello accorato.

    Chiudere le sale da concerto e i teatri è decisione grave. L’impoverimento della mente e dello spirito è pericoloso e nuoce anche alla salute del corpo. Definire, come ho ascoltato da alcuni rappresentanti del governo, come «superflua» l’attività teatrale e musicale è espressione di ignoranza, incultura e mancanza di sensibilità.

    Tale decisione non tiene in considerazione i sacrifici, le sofferenze e le responsabilità di fronte alla società civile di migliaia di Artisti e Lavoratori di tutti i vari settori dello spettacolo, che certamente oggi si sentono offesi nella loro dignità professionale e pieni di apprensione per il futuro della loro vita.

    Le chiedo, sicuro di interpretare il pensiero non solo degli Artisti ma anche di gran parte del pubblico, di ridare vita alle attività teatrali e musicali per quel bisogno di cibo spirituale senza il quale la società si abbrutisce.

    I teatri sono governati da persone consapevoli delle norme anti Covid e le misure di sicurezza indicate e raccomandate sono state sempre rispettate.

    Spero che lei possa accogliere questo appello, mentre, fiducioso, la saluto con viva cordialità.

    Riccardo Muti

    ————————————————

    BRAVISSIMO, PERFETTA NEL MERITO, NEI MODI, NEL TONO. GRAZIE, SPERAMO, MAESTRO CHE LEI SIA ASCOLTATO

    marco vizzardelli

  6. marco vizzardelli ottobre 26, 2020 a 5:39 PM #

    Mi è uscito uno “speramo” alla romana, non lo correggo, va bene così.
    mviz

  7. der rote Falke ottobre 27, 2020 a 7:15 am #

    davvero molto triste e imbarazzante la risposta del presidente conte alla bella lettera di muti. in che mani siamo!

  8. Massimiliano Vono ottobre 27, 2020 a 11:11 am #

    Conte ha risposto a Muti come avrebbe potuto fare a Moira Orfei: la distanza tra politica e la musica classica è siderale e non è una scoperta. Migliore sarebbe stata una “non risposta”, almeno poteva restare una minima ed evanescente illusione.
    Quanto a ciò che scrive Proeta su una sorta di “supremazia civile” della dittatura (più o meno mascherata) cinese non mi trova d’accordo. È più una differenza tra “Oriente” e “Occidente”, di un maggiore senso civico orientale derivato dalla cultura di sentirsi parte di un “tutto” che è l’opposto dell’individualismo più o meno darwinista occidentale. Oltre che per la Cina i successi sono anche per Giappone, Corea, India. In Occidente chi se la cava meno peggio è il “Volk” tedesco, e non è un caso.
    Saluti

    • proet ottobre 27, 2020 a 11:36 am #

      concordo pienamente sulla riuscita degli altri Stati citati, si tratta comunque di posti dove le istituzioni funzionano e lo Stato in sé viene rispettato e non invocato come “debole” o “leggero” come accade nelle democrazie (presunte) neo-liberiste in cui è tutto allo sfascio e il virus dilaga senza controllo.
      ma va detto che a Melbourne sono appena usciti da un lockdown di 111 giorni, ne sono usciti a contagi zero e non mi risulta che in Australia ci sia una dittatura.
      dittatura è una parola che in questi mesi è stata usata prevalentemente – è uno dei tanti paradossi generati dal virus – dai fascisti che ovviamente in passato si sono ben guardati dall’usarla quando le restrizioni non li toccavano direttamente ma solamente colpivano immigrati, zingari, clochard, centri sociali e via dicendo.
      detto ciò la Cina sarà anche una dittatura (anche qui se ne può discutere) ma almeno c’ha di bello che non ci sono confindustrie, confcommercio e altre iatture simili fra le scatole e dettando legge.
      idem per le famose autonomie regionali.

  9. lavocedelloggione ottobre 27, 2020 a 1:42 PM #

    Perchè non citate mai l’Africa? La maggior parte dei paesi africani sono a numero di nuovi contagi pari a 0 e morti 0; doveva essere il continente più devastato e invece i dati dicono l’opposto e non hanno regimi comparabili né agli stati occidentali né a quelli asiatici, né tantomeno organizzazioni sanitarie allo stesso livello. Quale è il “trucco”? E’ un continente con età media molto molto più bassa e quindi il virus circola ma sono tutti asintomatici e non malati, quindi manco se ne accorgono o quasi (fa eccezione in questo momento la Libia) mentre noi siamo tutti paesi di vecchi per vecchi che si sono accartocciati sulla paura del contagio (tenete conto che la tubercolosi, per cui esiste il vaccino, miete quasi lo stesso numero di vittime del covid giornalmente nel mondo ma nessuno va in panico per questo!!). Ma mentre la Cina e altri paesi asiatici stanno dimostrando di poterne uscire meglio a causa dell’attitudine culturale di considerare un valore più alto la collettività rispetto all’individuo, noi ci lasciamo le penne al massimo, visto che siamo individualisti ma nello stesso tempo nessuno vuole rischiare di morire e così ci si condanna a protrarre questo stato di sopravvivenza tendente a rischio zero dove però la vita non è più vita perchè privata di un mucchio di cose che la rendono degna di essere vissuta, fra cui i nostri beneamati teatri e sale da concerto.
    W i giovani, W i paesi giovani e chi ama il rischio! Attilia

    • proet ottobre 27, 2020 a 2:14 PM #

      non citiamo perché le notizie sono scarse, non ci sono corrispondenti esteri e in generale una scarsa connessione per quello che riguarda i dati, però mi pare di ricordare che in Sud Africa, paese più avanzato economicamente e tecnologicamente, i dati non fossero proprio a zero…
      quanto al rischio è evidente che individual(istica)mente ciascuno può decidere di correrlo ma in questo caso significa mettere a rischio anche altri che magari non se la sentono di correrlo.

  10. marco vizzardelli ottobre 28, 2020 a 10:08 PM #

    Ultima boiata quella andata sul Foglio, dei cinquantasessantenni chiusi in casa mentre “i giovvani” potrebbero liberamente uscire a pippare, ubriacarsi e far movida. Cielo, queste boiate intergenerazionali a favore di “veccchi” o “giovvvani”!!!! Ma la la finiscono di pubblicare boiate?

    marco vizzardelli

    • Giargiana novembre 1, 2020 a 4:30 PM #

      Sarebbe giusto. Gli over 70 non son forza produttiva e il 95% di coviddi son asintomatici. Ergo, perchè fermare un Paese intero? Per tutelare i vecchi che già negli anni addietro hanno rovinato il futuro dei giovani? Che si faccia un lockdown per gli anziani aumentandone l’assistenza domiciliare

  11. lavocedelloggione novembre 1, 2020 a 8:15 PM #

    Sono nettamente dalla parte dei giovani, ma il criterio anagrafico per stabilire chi deve stare a casa è assurdo, il criterio deve essere semmai lo stato di salute. Io ho appena passato i 70 ma non ho nessunissima patologia, non prendo nessun farmaco, non ho mai fumato, ho sempre fatto sport e sono ancora in grado di correre per 10 km un giorno sì e un giorno no, di fare 50 Km in bici in alternativa, tutte cose che molti 50enni, magari con ipertensione, diabete di tipo 2, sovrappeso e altre magagne, pur avendo 20 anni meno di me, non riescono a fare (o non fanno per pigrizia). Quindi mi darò alla disobbedienza civile, anche perché un provvedimento del genere sarebbe anticostituzionale! Detto ciò sono assolutamente d’accordo che non si debbano sacrificare i giovani, hanno diritto soprattutto all’istruzione (e anche allo sport e al divertimento); quindi come minimo per loro ci devono essere scuole e università aperte. Mi stupisco che le loro proteste siano così morbide, dovrebbero salire sulle barricate, fare qualcosa di più esplosivo per farsi sentire. Ai miei tempi si faceva ben altro per protesta (vedi il ’68).
    Tornando agli anziani, quelli che hanno paura si regolino da soli e non escano per loro spontanea volontà; in quanto a quelli che non vogliono farsi rinchiudere e sono disposti a rischiare, secondo me devono essere lasciati liberi di farlo, vorrà dire che se si troveranno nelle condizioni di dover occupare un posto in terapia intensiva, è ovvio che, se arrivasse uno più giovane, si sceglierà di curare e salvare costui e non l’anziano, cosa che già si fa negli ospedali, è un protocollo previsto da ben prima che ci fosse il Covid. Quindi non capisco perché i nostri governanti si scaldano attorno a questo problema che non è un problema, perché la soluzione è già pronta e stabilita senza bisogno di ulteriori decreti.
    Saluti a tutti Attilia
    P.S. E sono anche molto d’accordo con Roberto Saviano (leggete l’intervista su l’Espresso di oggi)

    • proet novembre 1, 2020 a 8:37 PM #

      Signora Attilia, mi stupisco di lei.
      Sono mesi che si discetta di queste cose e non ha ancora capito che la questione non riguarda il rischio che ciascuno vuole correre?
      Dopo 7 mesi non le è ancora chiaro che i provvedimenti sollecitano la responsabilità di tutti e non solo nei confronti degli anziani, come vorrebbe la nazista che ha commentato prima di lei?
      Ognuno di noi può essere portatore di contagio ed è a rischio di riceverlo, le è chiaro questo?
      O anche lei è così obnubilata dal pensiero individualista da non riuscire a pensare al di là del proprio naso?
      Per la cronaca un’amica mia, cinquantenne con prole, a marzo era già contagiata dal padre asintomatico, a sua volta contagiato in un coro amatoriale di buon livello, dove ci sono stati ricoveri e decessi.
      Senza parlare delle maestranze del nostro teatro, tutti in quarantena, ma questa è notizia ormai pubblica.

  12. lavocedelloggione novembre 2, 2020 a 9:59 am #

    Caro caro Proet, le sono affezionata da un mucchio di tempo e quando scompare dal blog mi dispiace assai. Allora, ecco come rispondo: io ho replicato in base alle intenzioni dichiarate dai nostri decisori, di mettere in lockdown la fascia degli over 70 “per il loro bene” e quindi faccio notare che del “mio bene” voglio pensarci io (non sopporto lo stato etico) e che le fragilità, come va di moda chiamarle adesso, non sono legate totalmente all’età, ma dipendono dallo stato di salute e di mantenimento fisico di ciascuno.
    Quindi governo centrale e governatori di regioni giustificano la possibile misura in base a ragioni che contesto vivamente, non hanno detto che bisogna bloccare i vecchietti perché sono dei superdiffusori del virus. E qui veniamo al punto scientifico: prima di tutto ormai è accertato che la stragrande maggioranza dei contagi avviene al CHIUSO, ad esempio nelle RSA, dove i vecchietti rinchiusi finiscono per prendersi il Covid inesorabilmente (in alternativa succede negli ospedali, nei nuclei familiari e pure fra le suore di clausura, che, guarda caso, stanno pure loro rinchiuse, come dice il nome stesso). Quindi un anziano chiuso in casa in un nucleo familiare composto da figli e nipoti, ad esempio, rischia molto di più di uno in salute che va a farsi una passeggiata, provvisto di mascherina e buon senso e non fa male a nessuno. La seconda cosa è che tutti, persino i virologi e infettivologi che ormai sono delle star dei talk show, si accaniscono con il famigerato Rt che nel caso di questa pandemia, come era stato per la Sars, non è l’indice più adatto a capire come si comporti il contagio. Infatti il contagio non si diffonde uniformemente, come se ogni positivo avesse la stessa capacità di un altro di passarlo, ma si diffonde in modo stocastico, per cui l’Rt non è più il fattore di rischio da prendere in considerazione, ma sono altri (tipo un fattore k) che sono compresi nell’equazione della curva di contagio. In parole povere si diffonde per focolai accesi da individui superdiffusori, come un incendio provocato da un piromane che innesca l’incendio in punti diversi e non come un incendio che si diffonda in modo spontaneo propagandosi in modo più o meno rapido a seconda della qualità del terreno e dei venti. Con queste caratteristiche i lockdown o sono davvero severissimi, come può avvenire in Cina, oppure lasciano scappare molte possibilità a un superdiffusore di “agire” inconsapevolmente. Inoltre nessun Paese può permettersi un lockdown prolungato all’infinito e quindi contagi e morti che si sono risparmiati in un periodo di chiusura rigida, vengono scontati nella fase successiva quando si è costretti giocoforza a riaprire. Alla fine il tributo di morti non è molto diverso fra la Svezia che non ha mai chiuso completamente e gli altri paesi che hanno esercitato chiusure più o meno complete delle attività umane. Insomma, secondo me, in attesa del vaccino, che non sarà sicuramente distribuito a tutto il mondo prima di un anno a partire da ora, bisogna rassegnarsi a convivere con il virus, in modo da raggiungere l’immunità di gregge almeno per il 70-75%, quello che di fatto è avvenuto nella bergamasca in marzo, territorio che ora se la cava molto meglio degli altri. Io sono anche fatalista, sono dell’idea che bisogna accettare i fatti naturali, comprese le epidemie e la morte e tutto sommato mi rallegro che questo virus, a differenza di quello che è successo nella seconda ondata della Spagnola, colpisca gli anziani e risparmi i giovani. Avreste voluto il contrario? Scusate, non ho tempo di rileggere, auguri a tutti e alégher, oggi l’è il dì di mort, come direbbe il Tessa. Attilia

    • proet novembre 2, 2020 a 10:33 am #

      Gentile Attilia, anch’io le sono affezionato e proprio per questo non capisco questo suo accesso di darwinisimo sociale di stampo chiaramente individualista.
      Se non commento sul blog è semplicemente perché spesso non ho nulla da dire ma in questo caso mi trovo nella stessa situazione in cui si trovano tutti.
      Quanto a tutte le teorie da lei espresse, come lei sa non sono che un misero barbun e dunque mi limito ad osservare ciò che accade, dunque sono favorevole a un lockdown alla cinese, senza distinzioni di età o tipologia lavorativa.
      Il risultato è chiaro: il contagio si ferma e quando il contagio è a zero (cosa da noi mai avvenuta) si riparte, questo favorisce anche la loro economia.
      Da noi avviene il contrario, si fa un mez e mez, la gente continua ad ammalarsi e in taluni casi a morire, i contagi non si azzerano mai e l’economia va tutta a debito per l’eternità e proprio sul groppone di quei giovani che lei dice di voler favorire.
      I quali giovani comunque, sempre a mio barbonesco parere, dovrebbero mettersi un po’ di più a studiare e meno a fare la movida, anche loro avrebbero tutto da guadagnare da un periodo chiusi in casa sui libri per poi ricominciare a vivere dopo, possibilmente con i loro genitori e nonni in salute!

  13. marco vizzardelli novembre 4, 2020 a 5:59 PM #

    Annuncio ufficiale del Teatro. Salta Lucia di Lammermoor, si pensa ad un 7 dicembre “sostitutivo”, eventuale concerto con formula da stabilire.
    E direi che, al momento, non poteva essere altrimenti, bene annunciarlo per tempo. Oltre la pericolosità, immaginate aprire prenotazioni che poi sarebbero finite in voucher. No, non è il momento, e bene ha fatto il teatro a prenderne atto. Trovo il tutto serio rispetto al pubblico ed ai protagonisti stessi.

    marco vizzardelli

  14. der rote Falke novembre 5, 2020 a 12:16 PM #

    esprimo tutta la mia contrarietà alla decisione di far saltare la prima del 7 dicembre 2020. era importante dare il segnale di una serata operistica, certamente chiusa al pubblico, ma trasmessa in mondovisione.
    il repertorio è pieno di opere con orchestra piccola, senza coro e pochi solisti, brevi.
    si poteva, e sarebbe stato simbolicamente decisivo. invece – ancora una volta – si è i primi a darla vinta al virus. milano è nel suo peggior momento dopo la seconda guerra mondiale. la scala idem.
    che il 2021 ci porti un nuovo sindaco e una nuova dirigenza scaligera.

    • Massimiliano Vono novembre 5, 2020 a 1:02 PM #

      Segnale di che?
      Trovo l’atteggiamento prudente e responsabile del teatro assolutamente serio.
      Come volevasi dimostrare tutti gli annunci e le programmazioni d’Italia e di gran parte del mondo , sono sospese e chi ha dato improvvidi annunci si è dovuto rimangiare la parola.
      Il segnale…:-)

    • dominghiana novembre 6, 2020 a 7:47 PM #

      Sottoscrivo ogni parola del Falco.

    • Isabella novembre 19, 2020 a 12:33 am #

      Siete una razza di matti perversi…..da denunciare

  15. lavocedelloggione novembre 5, 2020 a 3:45 PM #

    Io sono d’accordo con Falco Rosso, il segnale sarebbe stato quello di volerci credere ancora. Si poteva fare lo sforzo di una sola rappresentazione, a porte chiuse, in mondovisione, sarebbe stato un messaggio significativo per la lirica, proprio dal teatro reso celebre da Verdi, Toscanini etc. etc. Certo con il buon senso e la prudenza non si possono che fare scelte come quella fatta dal Teatro alla Scala ma con queste due virtù (ammetto pur sempre che lo siano), il mondo non avrebbe fatto le conquiste che rendono significativa la presenza dell’homo sapiens. Con la prudenza e il buon senso ad esempio né Colombo né l’equipaggio dell’Apollo 11 sarebbero mai partiti per un viaggio che aveva meno del 50% delle probabilità di riuscire. Ma ormai sono rassegnata, la nostra è una civiltà vecchia e paurosa, quindi non potevo aspettarmi niente di diverso!
    Saluti a tutti. Attilia

    • Massimiliano Vono novembre 5, 2020 a 8:16 PM #

      Attilia, Colombo e l’Apollo 11 se fallivano affondavano (o precipitavano) loro o il loro equipaggio.
      Qui invece non funziona così : chi si infetta non rischia “in proprio” ma trascina il rischio su tutti gli altri e non solo sui colleghi.
      Poi che la prima alla Scala sia come la “scoperta dell’America” o la “conquista dello spazio” è francamente poco sostenibile.
      Ciao

      -MV

  16. marco vizzardelli novembre 5, 2020 a 7:40 PM #

    “ll repertorio è pieno di opere con orchestra piccola, senza coro e pochi solisti, brevi”.

    Hanno solo detto che non fanno Lucia di Lammermoor. E in questo momento mi pare decisione sacrosanta e dovuta. Attilia “ammette pur sempre che buon senso e prudenza siano virtù”. E meno male. Ma ormai la Santa Inquisizione lancia il suo anatema ad ogni comunicato del Teatro: e diventa, francamente, ripetitiva.
    Quanto alla frase trascritta qui sopra, va bene. Magari ci rifletteranno o ci stanno riflettendo: perché no? Però… guardatevi in giro: è morto a meno di sessant’anni il direttore Vedernikov, si sono infettati e si infettano artisti illustri e non, orchestrali, coristi. A fronte di questo, l’atteggiamento “mamma, maaammaaa, voglio la Prima della Scaaalaaa!”, come se fosse il problema dei problemi in questo momento, mi pare il capriccio del bambino che vuole dalla Mamma (Scala) il giocattolino in vetrina. Lo vuole per forza.

    marco vizzardelli

    • proet novembre 5, 2020 a 8:07 PM #

      concordo questa volta con Vizzardelli, a forza di minimizzazioni, proteste corporative, eroismi senili, autonomie regionali, inadempienze colpevoli in favore del profitto della sanità privata e altre scemenze negazioniste stiamo facendo ammalare un sacco di gente e in taluni casi morire.
      bisogna chiudere tutto, teatri negozi ristoranti scuole e fabbriche, fino al raggiungimento di zero contagi, fine.
      tutto il resto è solo pulsione di morte e pensiero magico.

      • lavocedelloggione novembre 5, 2020 a 8:20 PM #

        Ma che pulsione di morte, sono vivissima e voglio vivere: è chi ha paura e vuole zero contagi che si mette in condizione di non vita per non morire !!
        Proet, non fare così, non va bene! Attilia

      • proet novembre 5, 2020 a 9:12 PM #

        concordo anche con Vono, la sua spiegazione mi pare chiarissima: chi si infetta trascina nel rischio anche tutti gli altri.
        se dopo mesi ancora c’è qualcuno che non ha compreso questo mi dispiace molto, non ci posso fare nulla, ritengo questi atteggiamenti irrazionali e pericolosi, che li espongano governanti o governati.
        non so che altro dire.

  17. Oronte novembre 6, 2020 a 5:37 PM #

    Buona sera a tutti.
    Scrivo perché chi si ostina a minimizzare quello che sta succedendo sta sbagliando.
    Io sono tuttora a casa in quanto positivo.
    Ed anche se non sono stato ricoverato credetemi non è uno scherzo.
    Malessere diffuso stanchezza perdita totale di gusto e olfatto.
    Oramai è così da più di 10 giorni.
    Parlare di una dirigenza che dovrebbe osare comunque una rappresentazione di un’opera per dare un segnale mi sembra surreale.
    O mettiamo tutto il personale della Scala in una “bolla” come i calciatori o sennò purtroppo ci dovremo rassegnare.
    A meno che alla fine di questo lockdown non succeda un miracolo.
    Ma ci credo poco

  18. dominghiana novembre 6, 2020 a 7:46 PM #

    Nel vuoto pneumatico colpevolmente creato dalla Scala, in Lombardia resistono alcune piccole istituzioni che danno l’esempio. Ecco qui sotto i calendari delle dirette in streaming di opere e concerti.
    Si può fare, se lo si vuole.

    https://www.regione.lombardia.it/wps/portal/istituzionale/HP/DettaglioRedazionale/servizi-e-Informazioni/cittadini/cultura/spettacolo/in-lombardia-i-teatri-non-si-fermano

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