Filarmonica della Scala

14 Nov

2018, 12 novembre
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Milano, Teatro alla Scala

 

 

 

 

 

 

Direttore Riccardo Chailly
Violino Maxim Vengerov
Dimitrij Šostakovič
Concerto per violino n. 1 in la min. op. 77
Béla Bartók
Concerto per orchestra
Riccardo Chailly inaugura la stagione della Filarmonica dirigendo un virtuoso del violino, Maxim Vengerov, al suo ritorno alla Scla. Il programma accosta il Primo Concerto di Šostakovic, autore cui Chailly ha dedicato ampio spazio nelle scorse stagioni, al Concerto per orchestra di Bartók: tecnica compositiva e ruolo virtuosistico delle sezioni strumentali, essenzialità della melodia magiara e riferimenti più espliciti alla grande tradizione sinfonica, incluso Šstacovic della Sinfonia n. 7 “Leningrado”, si fondono in una partitura di grande fascino.

3 Risposte a “Filarmonica della Scala”

  1. bimba dagli occhi pieni di malia novembre 15, 2018 a 9:15 am #

    tra il buono e il molto buono la prima parte con un Vengerov in grandissima forma, e un’orchestra capace di vero dialogo con lui (strepitoso il bis).
    tra il pessimo e il molto pessimo la seconda parte; un Bartók miserello senza lucentezza senza differenziazione fonica e timbrica. come sempre con questo sciagurato direttore. il pubblico risponde con una freddezza allo stesso tempo giustificata (dall’esecuzione modesta e inutile) e dimostrativa (di antipatia verso il sempre meno sopportato Direttore musicale del Teatro).

  2. LUCA novembre 15, 2018 a 2:37 PM #

    NOIA ASSOLUTA !
    CHE PECCATO PER VENGEROV !

  3. il cottarello novembre 16, 2018 a 1:11 PM #

    Segnalo un fatto che mi lascia molto perplesso che forse varrebbe la pena di una verifica giornalistica.

    Tra gli onorari per consulenti e collaboratori consultabile sul sito teatroallascala.org risulta che tale Mazzoleni Giulio (capo-comunicazione di Mika) percepisca € 18.750 tra il 10/04/2018 e il 31/12/2018 per il seguente incarico: “Consulente comunicazione M° Chailly”.

    Suggerisco alla solerte stampa italiana un paio di domande.

    1. Perché mai il Teatro alla Scala deve pagare coi suoi soldi una persona che aiuta Chailly nella sua comunicazione (quando vi è già un ufficio stampa il cui responsabile percepisce € 80.000)? Perché non lo paga direttamente il maestro? Vi sono casi analoghi in Italia e/o all’estero?

    2. Perché sul sito non si trova traccia di quanto percepisce Chailly in quanto direttore musicale? Non s’intende, evidentemente, l’emolumento artistico per la singola serata/produzione diretta (che è giustamente frutto di contrattazione privata), ma proprio per il ruolo. Oppure Chailly non percepisce alcun fisso? E se così è, perché un ruolo dirigenziale previsto dallo statuto viene svolto a titolo gratuito?

    Ecco, magari tra una spatafiata su Kurtag, una marchettata per la Filarmonica, e una trombonata riguardante “Attila”, qualcuno potrebbe svolgere una breve inchiesta.

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