AUGURI DI BUONE FESTE!
21, 23 Dicembre
Direttore Giovanni Antonini
Coro e Orchestra del Teatro alla Scala
DIREZIONE
Direttore Giovanni Antonini
Maestro del Coro Bruno Casoni
CAST
Soprano I Brenda Rae
Soprano II Roberta Invernizzi
Tenore Francesco Demuro
Basso Michele Pertusi
PROGRAMMA
Wolfgang Amadeus Mozart da Lucio Silla, Ouverture
Exsultate, jubilate KV 165
mottetto per soprano e orchestra
Messa in do min. K 427
per soli, coro e orchestra
(versione completata da Helmut Eder)
Il concerto di Natale sarà trasmesso in diretta in Italia su Rai Radio Tre, in differita su Rai1 domenica 24 dicembre alle ore 9.05 e in replica, in versione integrale, su Rai5 lunedì 25 alle 21.15. Sarà trasmesso in differita anche da Servus TV in Austria, da Cyprus Broadcasting System a Cipro e da Tohokushinsha in Giappone.
Non è opportunità così consueta e frequente l’ascolto dal vivo di quella stupefacente meraviglia che è la Messa in do minore di Mozart. Probabilmente il più bel moncone di musica mai scritto. C’è dunque da esser grati ad Alexander Pereira per averla scelta come cuore del Concerto di Natale alla Scala. Doppiamente grati, per la finezza spirituale e tematica della scelta: il divino “moncone” contiene la massima, ed esatta, rappresentazione artistica del Natale mai concepita: l’ “Et Incarnatus est” di delirante bellezza nell’inerpicarsi, nel Mistero del concepimento verginale, di voce e legni dell’orchestra. Triplamente grati, perché Pereira ha chiamato sul podio della Scala, ad evocare per noi tale meraviglia, Giovanni Antonini. Che ne ha dato una lettura mirabile e memorabile.
Lui è un orgoglio italiano della musica. E, facciamo pure i campanilisti anche se non è nello stile di chi qui scrive, un orgoglio di questa città, da cui il suo talento si è affermato nel mondo. L’identità di grande specialista del barocco sta stretta. I Berliner si fanno un punto d’onore di chiamarlo, il mondo musicale idem. Chi ne conosce l’esecuzione dell’Eroica di Beethoven, anche incisa, sa che è fra le massime, in assoluto. Il suo progetto-Haydn è già Storia.
Qui incontra orchestra e coro della Scala e, immediatamente, gli dà il suo suono, la sua cultura del suono e della frase. Che, negli anni, dalla base “filologica” che ci diede le incredibili acrobazie musicali del suo flauto e del suo Giardino Armonico, si è arricchita di sfumature, ombreggiature, di un color rame che è stato quello di orchestra e coro nella splendida esecuzione scaligera. Antonini ha come “raccolto” suono e frasi della Messa in do minore in una sola arcata, dal Kyrie al Benedictus e Osanna. L’ha “compattata” lasciandole, allo stesso tempo, una incredibile ricchezza di dettagli (straordinari, vale ripeterlo, i legni della Scala), “proporzionando” orchestra e soprattutto coro (!!!). Dando un’impronta e una cultura. E restituendoci tutta la spiritualità della Messa, ma come una “raccolta monumentalità”. Abbado alla Scala l’aveva memorabilmente eseguita, per Bernstein era un “must” ma erano altri mondi sonori. Qui ci è stata offerta come “in purezza” (benissimo espressa dalle quattro voci soliste): tale l’impressione lasciata dal fantastico fugato conclusivo del Gloria e dalla compattezza dell’Osanna del Sanctus. Sequenza da brivido (forse il top di tutta l’esecuzione) il passaggio dalla fuga medesima del finale del Gloria al “galopp” (non potremmo chiamarlo diversamente, tale è il ritmo) dell’inizio del Credo. L’esecuzione era già notevolissima la prima sera: siamo dell’idea che possa ancora crescere alla replica del 23. Non mancatela.
Bene anche i brani della prima parte, anche se (ad avviso di chi qui scrive) la sottile raffinatezza del soprano Rae (non ideale per l’acustica “chiusa” della Scala) è emersa nella Messa meglio che nel mottetto (il soprano ha comunque tecnica e stile, per l’appunto, raffinatissimi). Ma la Messa, per se stessa e per l’esecuzione, è uno degli eventi veri del 2017 alla Scala (e non solo) e il Concerto di Natale forse più “centrato” di sempre, rispetto ad alcune scelte, non molto in tema, degli anni passati. Si esce ricolmi di bellezza e di spirito.
marco vizzardelli
OT
Il 12 e 14 gennaio torna a Milano quel genio direttoriale chiamato Robert Trevino, che affronta all’Auditorium un caposaldo come la Leningrado. Dopo l’ultima indimenticabile esperienza del concerto Schubert-Mahler ho comprato i biglietti per entrambe le repliche. Non vedo l’ora!